sabato 9 aprile 2011

Amor proprio o cane permaloso?


C’è un segnale convenuto che dice a Frodo che è ora di andare: il mio dirimpettaio che abbassa la saracinesca del suo negozio.  A quel punto Frodo, che sulle scale ha dormito, o preteso di dormire, fino a quel momento, alza lo sguardo e mi fissa fino a che non mi vede compiere a mia volta le operazioni di chiusura.  Quando infine mi dirigo verso la porta, dà sfogo al suo entusiasmo contenuto fino a quel punto, precedendomi, girandomi attorno ed invitandomi al gioco.
Qualche giorno fa, dovendo partecipare ad una riunione dei commercianti del centro storico gli ho sussurrato “Frodo, torno subito fai il bravo-bravo” lui si è bloccato ferito e nella più devastante delle interpretazioni da attore consumato si è lasciato cadere a terra a zampe alzate come se colpito in pieno petto.  “bravo-bravo” è la più terribile delle notizie che io possa dargli, significa rimanere solo, e soprattutto essere escluso da “un’uscita”.  
Ieri qualcosa nei miei gesti lo ha preavvertito.  C’era un leggibile rischio che la cattiveria si ripetesse, mi studia più guardingo, alza la testa mentre faccio le mie ultime operazioni ma non si alza, poi quando vado nel retro del negozio, mi segue e non mi precede.  Decido di evitargli l’angoscia dell’incertezza e gli comunico che ebbene sì dovrà fare il bravobravo.  Prima si ripete la solita scena con lui paralizzato a zampe all’aria che si passa la lingua impastata sulle labbra come se per il dolore non riuscisse neppure a deglutire.  
Torno davanti ed il moribondo è sparito.  Lo cerco e lo trovo al suo posticino sulla sua copertina.  Non viene a salutarmi, ci mancherebbe, io lo abbandono e lui impermalosito sta lì e fa finta di niente “Va pure via, io sono un cane forte ed indipendente”.  Anche questo è un rito che si ripete ogni volta che a casa gli annunciamo che usciremo senza di lui, si va a stendere al suo posticino e se può cerca di voltarci le spalle.  
Quando ritorno lo trovo esattamente dove lo ho lasciato, ma un cane può essere permaloso ma non prova mai rancore e mi accoglie con infinite feste e baci, in tutta la sua gioia mi precede verso la porta per essere certo che stavolta non sarà “abbandonato” di nuovo, e con contegno felice da cucciolo dimentica persino quel suo forte senso d’amor proprio.

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