lunedì 10 agosto 2009

EDUCAZIONE 2: i bipedi imparano un po' di "Canese"

Gastone: un autentico principe dell'800 sul gradino del suo casale

Per comunicare correttamente con il vostro cane siete disposti ad imparare un po’ di Canese?
Se loro si sforzano di imparare da noi, ed i cani ci vengono incredibilmente incontro pur di compiacerci ed andare d’accordo, occorre anche che noi siamo disposti a diventare un po’ cani. O quantomeno a capire come un cane ragiona e si rapporta col mondo.

La prima regola è la coerenza, o una cosa si può fare o non la si può fare. O si può entrare in cucina o camera da letto, o non si può. O si può stare sul divano o non si può. O si può saltare a fare le feste al proprio padrone o non si può, certo il cane non saprà distinguere i collant velatissimi dalla tuta, i tailleur firmati dagli abiti di casa. Siate molto chiari con voi stessi prima di tutto sulle “regole inderogabili” e poi fatele rispettare con fermezza.

Ad esempio, se incoraggiate o comunque non impedite al cucciolo di “masticare” un paio di scarpe, pantofole (o altro indumento che ha il vostro odore) perché sono vecchie, non arrabbiatevi se poi troverete le vostre Hogan appena comprate letteralmente ridotte a brandelli.

Le gerarchie
La struttura sociale dei cani è di tipo gerarchico, e non “democratico”, questo deve esservi ben chiaro e non farvi venire inutili scrupoli, i tentativi di “democratizzare” il cane si riducono spesso in cani infelici e frustrati, se non addirittura aggressivi e pericolosi. Se volete che il vostro amico sia un cane equilibrato e felice, ricordatevi che vivendo in famiglia ha bisogno di una sua posizione gerarchica ben precisa. Lui è l’ultimo della piramide. Il che non significa che sarà un povero e negletto, o mobbizzato. Ma che non può imporre il suo volere neppure ai bambini.

Di contro il ruolo di dominante, di “leader”, non significa esercitare forza, sbraitare (sbraita l’insicuro), ma significa “prendersi responsabilità”. Il leader è quello più autorevole che meglio può gestire il branco. Se il cane ritiene che in casa manchi un leader umano, dovrà per natura delle cose prenderne il posto, caricandosi di una responsabilità più grande di lui visto che si tratta non di un branco di cani ma di umani. Ne risultano frustrazione, comportamenti atipici se non nevrotici che con razze diverse dal Golden possono sfociare nell’aggressività.

Tutti a tavola, ma non tutti assieme

Frodo che "sale" a tavola mentre Gianluca studia,
in realtà è una richiesta insolita di attenzione:
sono da poco arrivati i cuccioli.
Ad ogni modo non stiamo mangiando.

Le regole della tavola sono un buon esempio. I cuccioli che vi diamo sono ben abituati a vedere mangiare i cani grandi, e sanno che non devono avvicinarsi alle ciotole. Il leader, ed i dominanti possono mangiare per primi, lentamente ed indisturbati. I cuccioli talvolta ‘ci provano’ ad avvicinarsi con moine, inviti al gioco e sottomissioni (garantisco che hanno un vasto repertorio di ‘armi di intenerimento’), ma inevitabilmente un ringhio li avverte che è meglio tenersi alla larga.

Voi dovrete solo continuare il lavoro che mamma Siva e papà Frodo hanno fatto per voi. Dunque fate assistere il cucciolo ai vostri pasti, ma non “considerateli” mentre mangiate, non guardateli se vi fissano, non parlategli. Assolutamente mai allungargli bocconcini da tavola, anche se è carino, dolce, vezzoso, piange e vi chiama. I Golden sono animali intelligentissimi e sfodereranno fino all’ultimo trucco per risalire la piramide gerarchica. A Frodo ad un anno e mezzo posso in casi straordinari allungare un boccone, ma è un’eccezione, e lui dopo quel boccone non ne aspetta altri. In ogni caso non è lui a chiedere ma io a dare: quando lui è altrove o non mi guarda. Il risultato è che Frodo anche se lascio in giro le buste della spesa, inclusa la sua carne, non tocca nulla, neppure quando mangiamo a cena sul tavolino basso del soggiorno e ci corichiamo lasciando in bella vista un pezzo di pane, formaggio o addirittura salsiccia. Lui così socievole ed accogliente, quando vede che gli ospiti si siedono a tavola si accuccia di spalle o fa rotta verso un’altra stanza, per poi riprendere i giochi appena il nostro pasto è terminato. Può seguirci in ristorante, anche se è affollato, lui sa che se noi “grandi” mangiamo lui non deve fare altro che stendersi a terra e dormire. Lui è tranquillo, noi di più, e quindi può seguirci ovunque in agriturismo, albergo nelle case di amici che ci complimenteranno per la sua “educazione”. Notate non ci sono rimproveri né minacce. Tutto avviene in maniera naturale. Basta non farsi prendere da ipocriti “poverino”. Se no il “poverino” dovrà rimanere sempre a casa perché non sa come comportarsi. Scegliete voi cosa è realmente meglio per lui/lei.

Allo stesso modo quando giocate con il cucciolo sarete voi ad invitarlo al gioco. Siete voi il leader e dunque decidete voi quando si comincia una qualche attività.

Divano e letto
Personalmente non credo ci sia nulla di male a farli salire sul letto o divano. Ma si può tranquillamente vietarglielo. Se invece glielo consentite sarà necessario qualche accorgimento in più. Occorre che salgano “su invito”, e soprattutto che in qualsiasi momento possiate “farli scendere”. Dunque il comando non sarà “no sul divano”, che significa “mai sul divano” e crea il contrasto “qualche volta si qualche volta no”, ma semplicemente “scendi”. Non dovete avere una buona ragione. Ma è un ottimo modo per mostrare che siete voi a gestire il posto alto (e dunque ambito). Alcune razze possono anche ringhiare se si tenta di farli scendere e il processo educativo non è stato dei migliori. Con i Golden assisterete a scene di “resistenza passiva”: fanno finta di non capire o sentire il comando, fanno finta di sonnecchiare o sbadigliano etc. Al solito sono attori nati, in realtà cercano di stabilire un dominio su un ambito territorio.

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