lunedì 10 agosto 2009

EDUCAZIONE 1: L'importanza del rinforzo positivo

Giovanni, Gastone e Beba alle ultime luci del tramonto

I Golden Retriever sono infaticabili collaboratori, pronti a capire cosa il suo strano amico bipede gli chiede, e sono felici di obbedire. Occorre però che il suo amico sappia ben relazionarsi con lui, che gli si insegni ogni cosa in modo giusto. Una alla volta, con pazienza, per creare un rapporto di fiducia e non di timore.

Le prime parole
In assoluto le prime cose che un cucciolotto dovrà apprendere sono la parola “bravo” e la parola “no!”. Il bravo per un cucciolo sarà seguito da coccole e carezze, e complimenti, talvolta un bocconcino prelibato o ancora meglio da momenti di gioco, che sono la massima gratificazione. Il “bravo” serve a rinforzare un’azione ben fatta (fare la pipì fuori, mordicchiare il suo gioco, stare nelle zone a lui concesse). Il “no!” deve essere pronunciato in maniera proporzionale all’infrazione commessa. Non urlate, ma usate una voce decisa e ferma. Per le infrazioni più gravi una scrollatina per la collottola è molto efficace, perché “simile” al rimprovero materno.

La pipì e la …pupù
I primi “no” saranno inevitabilmente per le pipì a casa. Ma gestite la cosa con tranquillità,
immaginate un bambino, sarebbe follia chiedergli di imparare da un secondo all’altro che la pipì va fatta solo e soltanto in bagno. Pazienza dunque anche con i cuccioli.

Cominciate creando un’associazione positiva. Appena si sveglia, appena finisce di mangiare, prima del riposo notturno, portate il cucciolo dove volete si abitui a sporcare (per chi vive in città mi raccomando di portare – e far portare anche ai propri figli - la paletta ecologica: noi non lasciamo ricordi!). Mentre fa la pipì lodatelo “Bravo pipì, bravo”. Sapere che la “pipì” si chiama “pipì” è un’associazione importante per quando andate di fretta, o fuori piove e volete far capire al vostro cane che deve fare presto. In generale però non collegate la “pipì” alla fine della passeggiata. Se è stato bravo occorre che il premio sia anche il fare quel che gli piace, dunque non siate punitivi facendolo tornare immediatamente a casa. Una volta che l’associazione positiva è chiara “sei bravo quando sporchi fuori”, posso cominciare a sgridarlo se sporca a casa. Un “no!” secco solo se lo colgo sul fatto. A disastro avvenuto invece, dovrete solo rassegnarvi a fare finta di nulla. Non pulite davanti a lui (lo strofinaccio che va su e giù può essere scambiato per un invito ad un gioco molto divertente). Niente scenate, giornali strusciatigli sul muso o sedere, si rischia di confonderlo ed ottenere il risultato contrario (“è sbagliato fare la pipì quando ti guardano” anziché “è sbagliato far la pipì in casa”).

Solo a 4 mesi il cucciolo è in grado di “trattenere” e controllare su tempi lunghi. Ma già dai 3 mesi i progressi sono visibili. Frodo dai 3 mesi in poi sporcava davvero di rado (più se preso dal gioco si scordava le regole, che non quando rimaneva solo a casa).

Ricordate infine che in casa sono stati abituati a sporcare in un sottovaso grande, foderato di giornali, che potrete lasciargli vicino la cuccia durante la notte. La mattina al risveglio portatelo fuori senza indugi.

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