sabato 5 marzo 2011
FACEBOOK: PROFILI CANINI IN PERICOLO DI ESTINZIONE
C’è una nuova paura che cavalca pagine e pagine di profili presenti su Facebook (FB). Il timore di poter essere cancellati da un istante all’altro, senza più traccia dei propri album di foto, pazientemente caricati nel tempo una foto alla volta, senza più l’elenco dei contatti più o meno lungo a secondo del proprio “grado di socialità”, senza più traccia dei threads di messaggi lasciati in bacheca dall’autore e dai propri amici. Tutto inghiottito in una nuvoletta.
Tutto da contratto. Quel contratto che ciascuno di noi “accetta” quando creiamo un profilo sul principale dei social network. Questo esplicitamente prevede che non si abbia alcun diritto di tutela, che se Facebook decide, possiamo essere cancellati da un istante all’altro. In genere per “segnalazioni” di altri utenti per contenuti giudicati offensivi, immorali, violenti. O perché stiamo usando un nome fittizio, una identità celata.
E qui siamo nel caso che ci interessa: i profili degli animali, del nostro cane, gatto, coniglio. ma ho conosciuto anche una papera di grande carattere ed un criceto dalla lingua più tagliente degli aguzzi denti. Non sono mai stata un’accanita di fan di FB, non ho pazienza e continuità, 2 grandi doti dei profili più riusciti. Posto per lo più quando sono in vacanza..... forse perché mi pare di avere più cose da raccontare, e soprattutto foto da condividere, forse perché, inevitabilmente, in vacanza si ha più tempo.
Però confesso che da quando ho creato il profilo di Frodo, la FB mania mi ha preso in tutta la sua impetuosità, da casa, da lavoro, dal cellulare. Con quell’impaziente desiderio di rispondere battuta su battuta, commento su commento, di postare, caricare scatti della vita quotidiana, pensieri estemporanei, routines, idee recondite e idee triviali.
Si perché li fuori c’è una comunità di proprietari di cani che danno voce ai propri “pets”, ne creano caratteri e profili, ognuno con una sua spiccata personalità, che parlano con accenti degli stati del Sud (USA), o raffinati New Englanders, accenti campagnoli del Galles o della Scozia, o snob Londoneers. Ci si incontra poi in questo doggy park fluttuante e globale nel mezzo dell’etere, e si racconta il mondo visto da loro, dai nostri pets, il quotidiano ad altezza delle ginocchia (o caviglie....!). Gli essere umani ne escono rappresentati in tutte le loro manie (a che servono le lavastoviglie quando orde bramose di linguacce canine sarebbero ben liete di fare tornare scintillanti stoviglie e posate; perché ostinarsi a passare l’aspirapolvere quando una buona scrollata può in un nanosecondo riportare tutto allo stato primordiale?). Le ideologie canine poi sono una lezione di vita, parlano di ossi e biscotti, pisolini da schiacciare sul divano, al limite di passeggiate e vacanze ma evitano i pericolosi ed inutili voli delle umane menti.
Al solito socializzare tramite i propri “pets” è molto semplice ed immediato, un’istantanea simpatia e l’impossibilità di non avere argomenti comuni, sono solo gli elementi più evidenti di questa strana alchimia che scatta tra “padroni”.
Ma torniamo a FB, cosa può importargli mai di cosa un labrador spagnolo, un bassett-hound ed un’oca inglese si dicono? Secondo FB si tratta di “raggiro” i pets non sono persone e come tali violano la prima delle regole dei social network. Ma come mi chiedo, Frodo è iscritto all’anagrafe, ha un passaporto, ha il microchip ed ancora non basta per essere definito persona? E se FB proprio tanto ci tiene ad evitare false identità perché non richiede che chiunque si iscriva al network (umano o meno) compili quei campi cui noi italiani siamo tanto abituati: a cominciare dal codice fiscale, indirizzo di residenza, stato di famiglia originale, certificato di nascita, gruppo di sangue, 3 testimoni di comprovata identità, etc etc?
No, questo rallenterebbe la crescita vorticosa del network. Probabilmente riempire una trentina di campi lascerebbe vivi solo gli italiani che le lungaggini burocratiche oramai, a forza o a ragione, ce le hanno nel DNA. La selezione FB la fa dopo, in totale arbitrarietà. Il punto rimane quando gli animali saranno riconosciuti e trattati come persone nel mondo reale se persino in quello un po’ glossato e fittizio di FB (dove dall’oggi al domani diventi amico di diosachi e sei pronto a mostrargli i tuoi umori più sanguigni e cari album di famiglia) fanno tanti problemi?
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Pubblicato da
Roberta da Le Oche al Sasso
alle
07:00
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