sabato 22 gennaio 2011

Quel misterioso e vibrante universo di emozioni chiamato olfatto…

Eravamo nel bosco Domenica, e Frodo era al solito felice ed impazzito, come se lo avessimo liberato per la prima volta dopo anni di prigionia. Come se Giovanni non lo portasse tutti i giorni sul sentiero dietro casa (ca 3km tra andata e ritorno), e come se, non lo portassimo almeno una o due volte la settimana, nel bosco per l’appunto. Eppure per lui è ogni volta una scoperta, una frenesia, una gioia!

Eccolo puntare il naso per terra e partire al galoppo verso una meta per lui precisa per noi misteriosa. Poi alza la testa, e fiuta l’aria alla ricerca di tracce portate dal vento. Vedo il suo naso allargarsi, fremere, muoversi come un’antenna alla ricerca dell’invisibile. Felice, guardingo, predatore, scavatore a seconda di quello che il vento gli ha raccontato.

Si, manca proprio qualcosa a noi umani, siamo i ….. “ciechi dell’olfatto”. Mi piace ricordare un passo da Wind in the Willows (Il Vento nei Salici), in cui Kenneth Grahame riesce a cogliere e descrivere, con la sua unica delicatezza e sensibilità, un po’ di quel che accade ai nostri amici in questo mondo per noi inaccessibile e segreto….

(Ho il libro nella sola versione inglese, dunque traduco io in maniera ”casereccia”…. Vi raccomando, se avete il libro leggete l’originale, o la versione italiana tradotta per bene…. Per me rimane uno dei capitoli più belli della letteratura per l’infanzia, Capitolo V: Dulce Domum)

Ratto e Talpa camminano veloci e preoccupati nel bosco al buio, è tardi, la neve potrebbe arrivare da un momento all’altro e la casa di Ratto a RiverBank è ancora lontana.


“Noi altri, che abbiamo da lungo perduto il più sottile dei sensi, non abbiamo neppure parole appropriate per esprimere quell’insieme di comunicazioni che intercorrono fra un animale ed il suo ambiente. Abbiamo solo la parola “olfatto”, ad esempio, per includere una intera serie di emozioni delicate che sussurrano nel naso di un animale notte e giorno, avvertendolo, incitandolo, mettendolo in guardia o allontanandolo. Fu proprio uno di questi misteriosi e fatati richiami che, partito dal nulla, improvvisamente raggiunse Talpa nell’oscurità, invadendolo tutto con la sua familiarità, mentre lui, Talpa, non riusciva ancora a ricordare chiaramente cosa fosse. Si fermò di botto, il suo naso cercava qua e là, nello sforzo di ricatturare quel minuscolo filamento, quella corrente telegrafica che lo aveva colto così profondamente. Un momento ancora, e lo sentì di nuovo; e con esso, questa volta, arrivarono i ricordi, un’ondata piena.

Casa! Questo era quel che significavano quei richiami carezzevoli, quei tocchi soffici che si sollevavano nell’aria, quelle piccole mani invisibili che tiravano e spingevano in un’unica direzione…”


Quel che segue è invece assieme un inno alla casa, per quanto piccola che sia, e all’amicizia. Val la pena rispolverare i nostri libri di storie e favole per ragazzi … e non ;-)

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