sabato 29 gennaio 2011

Le relazioni peri....canose!

“Beata te, sei così brava!”

NO! Dico proprio no, senza false modestie, all'amica che mi scrive.
Questo non è il blog di una superesperta che da una vita lavora con i cani, studia i cani, vive con i cani. La mia esperienza è molto limitata e si racchiude nella mia relazione con Frodo, e tutte le avventure che gli sono capitate. Poi leggo, cerco di scambiare qualche parola con chi ne capisce più di me, ma decisamente sono solo “una persona interessata”.

E forse, a pensarci bene, sono anche un qualche cosina di più: sono una persona che si è aperta ad una relazione con un animale di un’altra specie. Se una relazione è sincera, tante sono le lezioni da imparare, le novità da scoprire, a maggior ragione poi se tante sono le differenze tra chi la contrae (in fin dei conti si tratta di una relazione tra specie diverse). E dove si impara, si cambia, è inevitabile nei processi di apprendimento. Il Golden che ti cambia la vita, scriveva Giovanni in un post precedente. È così. Vi dirò di più: Frodo ha cominciato a cambiarci la vita ancora prima che arrivasse a casa. E di questo tutto il merito va agli allevatori di questa razza.

In un pomeriggio del Febbraio 2008, sollecitati dal nostro vicino di casa, decidemmo che era arrivato il momento per prendere con noi un cane. Già tornando a casa programmavo qualche svolazzata su internet alla scoperta di notizie sul carattere di un cane giallo che proprio mi aveva colpito, e poco più tardi un po’ di letture ci confermavano che il nostro cucciolo sarebbe stato un Golden Retriever. A quel punto io avevo (o piuttosto credevo di avere) idee ben chiare. Il cucciolo sarebbe stato a casa finché cucciolo, per poi vivere in giardino, in una bella e confortevole cuccia, intendiamoci, ma ovviamente in giardino. Marzo era il periodo giusto per prendere il cucciolo che sarebbe cresciuto durante l’estate. Sicuramente almeno una volta al giorno una lunga passeggiata, sicuramente vacanze assieme nella casa di Maratea, ma zampette fangose sui pavimenti, peli sparsi per la casa, sui vestiti etc non rientravano nel mio “bagaglio culturale”, e con altrettanta naturalezza pensavo ad un’ottima pensione per quelle volte in cui le ferie con il cane non fossero state possibili.

Dopo ulteriori letture sapevo “tutto” su displasia dell’anca, del gomito, difetti della vista, ma anche di buon imprinting sugli umani. Non mi interessava un cane da mostra, ma un buon carattere si, e cercavo allevamenti a dimensione contenuta che non sfornassero cuccioli come fossero merendine. Ecco che la cerchia si riduceva di molto…. Mentre i prezzi …..beh quelli salivano oltre ogni mia previsone. Più di E 1000 ….per un cane? Io non voglio uno status symbol, non voglio un Campione di Bellezza, ma voglio un buon cane. Leggo ancora e mi convinco che quelli che mi chiedono tanto, parlano di cose cui quelli che chiedono poco non accennano neppure o lo fanno vagamente, più per sentito dire che per convinzione profonda. I primi dichiarano ad esempio di far fare 5 cucciolate massimo nella vita alla cagne prescelte per l’accoppiamento, non prima dei due anni, un fondo per i cani abbandonati, restituiti dai padroni, pochissime cucciolate l’anno, cani che condividono la vita di famiglia. Pazienza, non sapevo proprio che un cane “normale” potesse costare così tanto, ma mi piace l’idea di pagare molto qualcuno che fa bene il suo lavoro, piuttosto che pagare poco qualcuno che di certe cose non si preoccupa neppure.

Poi cominciano le telefonate, solo agli allevamenti del primo tipo, e le sorprese continuano. Prima ancora che io possa chiedere se hanno cuccioli disponibili, gli allevatori mi sottopongono ad una specie di scrutinio: che lavoro faccio? Ma scusate che ve ne frega…..? (d’accordo non gli rispondo proprio così ma il senso è quello). No è per sapere quante ore il cucciolo/cane resterebbe solo durante il giorno. Lo terreste in casa? Oddio un po’ in casa, un po’ in giardino. No, in giardino non va bene! I cani non si usano come pezzi di arredo da esterni. Ha già avuto altri cani? Prima esperienza? Cosa sa dei cani e di come crescerli? Avete un centro di educazione gentile dei cani nelle vicinanze? Cosa vi ha portato a scegliere questa razza? Conoscete il carattere e la sensibilità di un golden retriever? Potreste venire per una prima visita così ci conosciamo di persona e possiamo decidere se siete idonei a crescere uno dei nostri cani? Con Marie Pierre le visite diventano addirittura due! Dopo due ore sono davvero “fuori dei panni”. Ma chi sono questi? Ma di che parlano? Ma vendono cani o sono “valutatori di bipedi”?

Sono tornata su internet a rileggere con maggiore attenzione le notizie sul carattere dei golden retriever. Ho ordinato un po’ di libri, e ripreso in mano qualche vecchio testo. Leggo di nuovo del cane animale sociale, ma questa volta riesco a comprendere quello che leggo.

Se il cane è un discendente diretto del lupo, ha bisogno di continui scambi ed interazioni con il suo gruppo di riferimento; la punizione più grande è quella che spesso l’uomo gli infligge confinandolo solo a casa o in giardino. Se si prende un cane, deve viverci vicino, fare parte integrante della famiglia umana come la farebbe del branco. Abbiamo parlato con Giovanni e riconsiderato l’intera decisione, non mettendola in dubbio questo no, ma consapevoli che non prendevamo “un cane oggetto”, ma un “cane persona”, con tutti i suoi diritti ad amore, condivisione e vita assieme (vacanze incluse). Il resto della nostra storia la conoscete.

Io non credo più, come per un po’ ho creduto, che il Golden Retriever sia l’unico cane o un tipo di cane che abbia bisogno di qualche attenzione in più. Credo invece che molti allevatori di Golden Retriever siano persone estremamente sensibili e scrupolose che amano i propri cani e (questo adesso lo so) sono legati a ciascun singolo cucciolo, delle cui sorti si sentono responsabili fino all’ultimo. La relazione con Frodo mi ha molto cambiata, tanto mi ha insegnato, tanto mi regala ogni giorno. Ma la prima grande lezione, il primo grande cambiamento è venuto prima, grazie all’intelligenza di persone cui rimarrò profondamente grata.

sabato 22 gennaio 2011

Quel misterioso e vibrante universo di emozioni chiamato olfatto…

Eravamo nel bosco Domenica, e Frodo era al solito felice ed impazzito, come se lo avessimo liberato per la prima volta dopo anni di prigionia. Come se Giovanni non lo portasse tutti i giorni sul sentiero dietro casa (ca 3km tra andata e ritorno), e come se, non lo portassimo almeno una o due volte la settimana, nel bosco per l’appunto. Eppure per lui è ogni volta una scoperta, una frenesia, una gioia!

Eccolo puntare il naso per terra e partire al galoppo verso una meta per lui precisa per noi misteriosa. Poi alza la testa, e fiuta l’aria alla ricerca di tracce portate dal vento. Vedo il suo naso allargarsi, fremere, muoversi come un’antenna alla ricerca dell’invisibile. Felice, guardingo, predatore, scavatore a seconda di quello che il vento gli ha raccontato.

Si, manca proprio qualcosa a noi umani, siamo i ….. “ciechi dell’olfatto”. Mi piace ricordare un passo da Wind in the Willows (Il Vento nei Salici), in cui Kenneth Grahame riesce a cogliere e descrivere, con la sua unica delicatezza e sensibilità, un po’ di quel che accade ai nostri amici in questo mondo per noi inaccessibile e segreto….

(Ho il libro nella sola versione inglese, dunque traduco io in maniera ”casereccia”…. Vi raccomando, se avete il libro leggete l’originale, o la versione italiana tradotta per bene…. Per me rimane uno dei capitoli più belli della letteratura per l’infanzia, Capitolo V: Dulce Domum)

Ratto e Talpa camminano veloci e preoccupati nel bosco al buio, è tardi, la neve potrebbe arrivare da un momento all’altro e la casa di Ratto a RiverBank è ancora lontana.


“Noi altri, che abbiamo da lungo perduto il più sottile dei sensi, non abbiamo neppure parole appropriate per esprimere quell’insieme di comunicazioni che intercorrono fra un animale ed il suo ambiente. Abbiamo solo la parola “olfatto”, ad esempio, per includere una intera serie di emozioni delicate che sussurrano nel naso di un animale notte e giorno, avvertendolo, incitandolo, mettendolo in guardia o allontanandolo. Fu proprio uno di questi misteriosi e fatati richiami che, partito dal nulla, improvvisamente raggiunse Talpa nell’oscurità, invadendolo tutto con la sua familiarità, mentre lui, Talpa, non riusciva ancora a ricordare chiaramente cosa fosse. Si fermò di botto, il suo naso cercava qua e là, nello sforzo di ricatturare quel minuscolo filamento, quella corrente telegrafica che lo aveva colto così profondamente. Un momento ancora, e lo sentì di nuovo; e con esso, questa volta, arrivarono i ricordi, un’ondata piena.

Casa! Questo era quel che significavano quei richiami carezzevoli, quei tocchi soffici che si sollevavano nell’aria, quelle piccole mani invisibili che tiravano e spingevano in un’unica direzione…”


Quel che segue è invece assieme un inno alla casa, per quanto piccola che sia, e all’amicizia. Val la pena rispolverare i nostri libri di storie e favole per ragazzi … e non ;-)

giovedì 13 gennaio 2011

ALIMENTAZIONE NATURALE DEL CANE: Three dog bakery

Da noi non sono ancora arrivati.
Parlo de “Il forno dei 3 cani” o meglio nell’originale inglese, “Three Dog Bakery”. Un franchising di “forni” dove si panifica e soprattutto si “biscottifica” per cani e gatti, usando solo ingredienti freschi, individualmente tracciabili e senza conservanti. Biscotti, biscottini, crackers, ma anche tortine e dolcetti di compleanno (rigorosamente senza zucchero è ovvio). Il claim dell’azienda è che tutto è così fresco e buono, rispetto ai misteriosi scarti che normalmente finiscono nei cibi per animali, che sono adatti anche ai bipedi. Oprah Winfrey, la conduttrice statunitense del maggiore talkshow televisivo di tutti i tempi, non esita ad assaggiarne uno in diretta TV davanti a milioni di americani.

Tutto è cominciato nel lontano Novembre 1989 quando Dan Dye si trova tra le braccia una cucciola di Danese, destinata a morire, perché rifiutata dalla mamma e tenuta lontana dagli altri cuccioli. La piccola Gracie è bianca, ha gli occhi azzurri e lancia un solo sguardo a Dan, “Si sono io, proprio io quella che cercavi. Ma adesso portami via di qui.!”.

Se tra i due è amore a prima vista, le cose non sempre sono facili per la piccola Gracie, che dopo un po’ pare rifiutare ogni tipo di cibo. Il veterinario di fiducia, dopo una lunga serie di analisi e controlli decreta che nella cucciola non c’è nulla che non va, l’unico consiglio che può dare a Dan è di cominciare a “cucinare per lei”, Dan incapace di preparare persino un uovo fritto, è semplicemente terrorizzato alla sola idea. Ma il veterinario non tollera obiezioni “Se lei è in grado di leggere una ricetta, potrà prepararle piatti semplici usando un qualsiasi libro di cucina, basterà non utilizzare zucchero, sale e cioccolato. Ai cani piace l’aglio, che lei ci creda o meno, ma qualsiasi piatto fatto con ingredienti integrali e freschi può fare loro solo del bene. E verdure biologiche, se può permettersele, gli animali non hanno più bisogno di conservanti ed additivi di quanto ne abbiamo noi umani”. Dan è ancora scettico e preoccupato ma infine la paura di perdere Gracie lo spinge ad avventurarsi tra i fornelli, con l’aiuto del suo amico Mark e soprattutto delle altre due cagnoline di casa, Sara e Dottie.

Tra imprese rocambolesche, tentativi malriusciti, biscottini bruciacchiati e mal formati, ma anche il costante apprezzamento di Gracie, Dan ed il suo team migliorano e migliorano e migliorano fino a….. aprire ben 50 “Three dog bakeries” in tutto il mondo!

Vi consiglio il libro, Amazing Gracie: a dog’s tale, disponibile su Amazon.com anche in edizione epub, la cui dedica recita “Questa è la storia di un cane che sembrava essere nato sotto una cattiva stella, ma la sua natura, appassionata e gioiosa ha trasformato quella che poteva essere “una vita da cani” in una vittoria dello spirito canino, riuscendo, nel processo, a “salvare” due persone che credevano di essere quelli che l’avevano salvata”.

Date un’occhiata al sito Three Dog Bakery, sorridete alla varietà di prodotti, al tipo di ingredienti usati, deliziatevi della bellezza delle confezioni ed infine notate che gli executives sono tutti a 4zampe. Non fatevi sfuggire il blog dove mensilmente è pubblicata una ricetta. Ed infine guardate anche la fondazione che aiuta e finanzia attivamente chi è impegnato nelle adozioni e cura di cani randagi.

sabato 8 gennaio 2011

I due volti del cane da lavoro

Parlando con un paio di amici a proposito di cani da soccorso ed antidroga, mi hanno detto che, a loro modo di vedere, questi cani che non possono essere trattati come normali cani domestici. Che quasi gli si confonderebbero le idee, mancando poi della necessaria concentrazione al lavoro. Che piuttosto devono associare il momento del lavoro con quello di forte interazione con l’uomo (la loro ricompensa). In qualche modo l’idea non mi piace. Privare un cane della socialità di cui ha bisogno, equivale quasi a torturarlo, è vero si che l’altra strada quella che richiede all’animale due condotte diverse a seconda del contesto in cui si muove, è necessariamente più lunga, ma non è con questa che si raccoglie il vero successo? Io preferisco pensare che il legame uomo-cane, sia sempre e prima di tutto un legame affettivo forte, e poi viene tutto il resto. Ancora una volta poi non rischiamo di sottovalutare i nostri amici?

Ed ecco qui ad imbattermi nella storia di
Leigh Brill e Slugger, la prima affetta da paralisi cerebrale infantile, il secondo un incredibile Labrador Retriever. Slugger è stato educato da due trainers diverse, che sono stati i suoi punti di riferimento affettivi per i primi due anni della sua vita, ed è un “service dog”, un cane guida educato a diventare sostegno fondamentale per persone affette da questa malattia. Ma Slugger non è solo un “operatore”, è anche un cane. Quando indossa la sua pettorina, sa che il suo focus è la sola Leigh, l’aiuta a raccogliere gli oggetti che lei può lasciar cadere, accende e spegne le luci, apre e chiude le porte, la aiuta a camminare, salire e scendere le scale; quando è in servizio è consapevole che non deve distrarsi, non può accettare bocconcini golosi o guardare cani in giro, né rivolgere attenzione a persone che lo chiamino fosse anche per giocare. Ma quotidianamente Leigh Brill provvede a creare momenti di riposo e di gioco, coccole e divertimento. Quando è senza pettorina Slugger è felice di conoscere altra gente ed altri cani, adora inseguire la sua palla e creare nuovi giochi, correre e saltare in giro felice. In questi momenti è semplicemente un cane…..tanto cane da combinare piccoli guai se lasciato solo a casa, nonostante il suo contegno irreprensibile quando è al lavoro! Ed è proprio la versatilità del cane a lasciare sorpresi, lui sa distinguere chiaramente tra un ruolo e l’altro. È nei momenti di non-lavoro che la relazione tra i due scopre nuove verità e non è meno importante dei momenti di lavoro, anzi l’una rafforza l’altra.

E non è forse questo tipo di rapporto il più completo e reciproco, rispetto a quello del cane “usato” solo per compiere missioni? Come sempre la strada più breve e più semplice non è necessariamente la migliore….

(Mi spiace solo che questo libro, A dog named Slugger, non sia ancora stato tradotto in Italiano, è disponibile in inglese anche in versione ePub)

mercoledì 5 gennaio 2011

Per cominciare bene la giornata... il TG degli animali

Se il TG, le NEWS, i quotidiani vi angosciano ancora prima che informarvi, provate a cominciare da qui la vostra giornata: "L'Arresto del Carlino - Quando gli Animali Fanno Notizia".
Il blog propone una notizia al giorno riguardante ogni tipo di animale, dalla piccola lontra soccorsa che fa le sue prime lezioni di nuoto in vasca da bagno assistita da un'attentissima Labrador.


Al coraggioso pappagallo che becca a sangue i rapitori di un negozio di animali mattendoli in fuga.
Al post odierno che con tanto di foto vi mostra un incredibile meticcio che sale sui tetti tramite scala a pioli, pur di stare vicino al suo bipede che sui tetti ci lavora.....
D'altronde la "mission" del blog é dichiarata apertamente: "Questo moderno quotidiano intende rallegrare gli animi: la cronaca degli umani è così triste e inquietante che è meglio occuparsi di quadrupedi, pennuti e affini. Ogni giorno una notizia divertente, curiosa o commovente, con tanto di immagini e video."

Che dire se non grazie a Salvo La Pecora che ha ideato questo TG degli animali?