NO! Dico proprio no, senza false modestie, all'amica che mi scrive.
Questo non è il blog di una superesperta che da una vita lavora con i cani, studia i cani, vive con i cani. La mia esperienza è molto limitata e si racchiude nella mia relazione con Frodo, e tutte le avventure che gli sono capitate. Poi leggo, cerco di scambiare qualche parola con chi ne capisce più di me, ma decisamente sono solo “una persona interessata”.
E forse, a pensarci bene, sono anche un qualche cosina di più: sono una persona che si è aperta ad una relazione con un animale di un’altra specie. Se una relazione è sincera, tante sono le lezioni da imparare, le novità da scoprire, a maggior ragione poi se tante sono le differenze tra chi la contrae (in fin dei conti si tratta di una relazione tra specie diverse). E dove si impara, si cambia, è inevitabile nei processi di apprendimento. Il Golden che ti cambia la vita, scriveva Giovanni in un post precedente. È così. Vi dirò di più: Frodo ha cominciato a cambiarci la vita ancora prima che arrivasse a casa. E di questo tutto il merito va agli allevatori di questa razza.
In un pomeriggio del Febbraio 2008, sollecitati dal nostro vicino di casa, decidemmo che era arrivato il momento per prendere con noi un cane. Già tornando a casa programmavo qualche svolazzata su internet alla scoperta di notizie sul carattere di un cane giallo che proprio mi aveva colpito, e poco più tardi un po’ di letture ci confermavano che il nostro cucciolo sarebbe stato un Golden Retriever. A quel punto io avevo (o piuttosto credevo di avere) idee ben chiare. Il cucciolo sarebbe stato a casa finché cucciolo, per poi vivere in giardino, in una bella e confortevole cuccia, intendiamoci, ma ovviamente in giardino. Marzo era il periodo giusto per prendere il cucciolo che sarebbe cresciuto durante l’estate. Sicuramente almeno una volta al giorno una lunga passeggiata, sicuramente vacanze assieme nella casa di Maratea, ma zampette fangose sui pavimenti, peli sparsi per la casa, sui vestiti etc non rientravano nel mio “bagaglio culturale”, e con altrettanta naturalezza pensavo ad un’ottima pensione per quelle volte in cui le ferie con il cane non fossero state possibili.
Dopo ulteriori letture sapevo “tutto” su displasia dell’anca, del gomito, difetti della vista, ma anche di buon imprinting sugli umani. Non mi interessava un cane da mostra, ma un buon carattere si, e cercavo allevamenti a dimensione contenuta che non sfornassero cuccioli come fossero merendine. Ecco che la cerchia si riduceva di molto…. Mentre i prezzi …..beh quelli salivano oltre ogni mia previsone. Più di E 1000 ….per un cane? Io non voglio uno status symbol, non voglio un Campione di Bellezza, ma voglio un buon cane. Leggo ancora e mi convinco che quelli che mi chiedono tanto, parlano di cose cui quelli che chiedono poco non accennano neppure o lo fanno vagamente, più per sentito dire che per convinzione profonda. I primi dichiarano ad esempio di far fare 5 cucciolate massimo nella vita alla cagne prescelte per l’accoppiamento, non prima dei due anni, un fondo per i cani abbandonati, restituiti dai padroni, pochissime cucciolate l’anno, cani che condividono la vita di famiglia. Pazienza, non sapevo proprio che un cane “normale” potesse costare così tanto, ma mi piace l’idea di pagare molto qualcuno che fa bene il suo lavoro, piuttosto che pagare poco qualcuno che di certe cose non si preoccupa neppure.
Poi cominciano le telefonate, solo agli allevamenti del primo tipo, e le sorprese continuano. Prima ancora che io possa chiedere se hanno cuccioli disponibili, gli allevatori mi sottopongono ad una specie di scrutinio: che lavoro faccio? Ma scusate che ve ne frega…..? (d’accordo non gli rispondo proprio così ma il senso è quello). No è per sapere quante ore il cucciolo/cane resterebbe solo durante il giorno. Lo terreste in casa? Oddio un po’ in casa, un po’ in giardino. No, in giardino non va bene! I cani non si usano come pezzi di arredo da esterni. Ha già avuto altri cani? Prima esperienza? Cosa sa dei cani e di come crescerli? Avete un centro di educazione gentile dei cani nelle vicinanze? Cosa vi ha portato a scegliere questa razza? Conoscete il carattere e la sensibilità di un golden retriever? Potreste venire per una prima visita così ci conosciamo di persona e possiamo decidere se siete idonei a crescere uno dei nostri cani? Con Marie Pierre le visite diventano addirittura due! Dopo due ore sono davvero “fuori dei panni”. Ma chi sono questi? Ma di che parlano? Ma vendono cani o sono “valutatori di bipedi”?
Sono tornata su internet a rileggere con maggiore attenzione le notizie sul carattere dei golden retriever. Ho ordinato un po’ di libri, e ripreso in mano qualche vecchio testo. Leggo di nuovo del cane animale sociale, ma questa volta riesco a comprendere quello che leggo.
Se il cane è un discendente diretto del lupo, ha bisogno di continui scambi ed interazioni con il suo gruppo di riferimento; la punizione più grande è quella che spesso l’uomo gli infligge confinandolo solo a casa o in giardino. Se si prende un cane, deve viverci vicino, fare parte integrante della famiglia umana come la farebbe del branco. Abbiamo parlato con Giovanni e riconsiderato l’intera decisione, non mettendola in dubbio questo no, ma consapevoli che non prendevamo “un cane oggetto”, ma un “cane persona”, con tutti i suoi diritti ad amore, condivisione e vita assieme (vacanze incluse). Il resto della nostra storia la conoscete.
Io non credo più, come per un po’ ho creduto, che il Golden Retriever sia l’unico cane o un tipo di cane che abbia bisogno di qualche attenzione in più. Credo invece che molti allevatori di Golden Retriever siano persone estremamente sensibili e scrupolose che amano i propri cani e (questo adesso lo so) sono legati a ciascun singolo cucciolo, delle cui sorti si sentono responsabili fino all’ultimo. La relazione con Frodo mi ha molto cambiata, tanto mi ha insegnato, tanto mi regala ogni giorno. Ma la prima grande lezione, il primo grande cambiamento è venuto prima, grazie all’intelligenza di persone cui rimarrò profondamente grata.